
Russofoni; arsi vivi nella casa dei Sindacati 2014
Ucraina,Odessa. Il 2 maggio 2014, 3 mesi dopo i moti di Piazza Maidan (Ucraina) che provocarono la caduta del governo di Ianukovic, parecchie centinaia di ultra nazionalisti di estrema destra, provenienti anche dall’Ucraina occidentale, fecero irruzione nel Campo Kulikova, dove si stava svolgendo un presidio dei sindacati locali e dei partiti russofoni, costringendo questi ultimi a rifugiarsi dentro la Casa dei sindacati che venne poi assaltata a colpi di molotov e di armi da fuoco, coloro che si salvarono dalle fiamme, furono arsi vivi o vennero finiti a colpi di bastoni e di pietre dai nazionalisti, i morti accertati furono 56 ma si pensa che il numero fosse più alto perché molti corpi risultarono impossibili da identificare. Quella strage venne esaltata da politici e membri del governo di Kiev, in preda ad un’ondata di russofobia che non aveva pietà di nulla e di nessuno. Per capire l’attuale guerra Ucraiono/Russa serve anche riconoscere la ferocia di questo massacro di russofoni nella sede del Sindacato. Forse tutto è cominciato da quel genocidio e da quella caccia al russofono,