
Sui quotidiani locali di mercoledì 5 ottobre ha avuto ampio risalto la presentazione dei nuovi lavori che la Fondazione di Modena e i comuni proprietari di Villa Sorra (Castelfranco, Modena, San Cesario e Nonantola) hanno deciso.
Da gennaio, a Villa Sorra, partiranno importanti lavori per oltre 7 milioni di euro.
Anzitutto complimenti ai comuni confinanti che sono riusciti ad individuare un progetto di area vasta per un bene culturale così bello e importante come Villa Sorra.
Area vasta che non comprende solo i comuni del Sorbara e Modena, ma anche la Fondazione di Modena, l’Istituto Spallanzani di Castelfranco e la Regione Emilia-Romagna.
Villa Sorra dovrà diventare la vetrina per le eccellenze della filiera agro alimentare modenese ed emiliana. Oltre ad essere un importante contenitore culturale e ambientale.
Mentre assistiamo a questa importante accelerazione a pochi km da noi, sorge spontanea una domanda: “e in tutto questo Spilamberto e le Terre di Castelli cosa fanno?”
Il nostro territorio è riconosciuto da tempo come un’eccellenza enogastronomica regionale e nazionale: abbiamo il Balsamico tradizionale e il Nocino modenese a Spilamberto, la Ciliegia di Vignola, il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, le eccellenze nella lavorazione delle carni fresche e insaccate a Castelnuovo e a Castelvetro, i borlenghi di Guiglia, la crescentina montanara (tigella) e la Castagna di Zocca. Oltre al Parmigiano Reggiano, dove vantiamo tanti importanti caseifici, compresi alcuni in Appennino.
Abbiamo importanti edifici storici come la rocca Rangoni a Spilamberto, il castello di Vignola, il borgo di Savignano, il centro di Castelvetro, il castello di Guiglia.
E nonostante tutto questo non siamo stati capaci di individuare un progetto serio e attrattivo come quello di Villa Sorra!!!
Villa Sorra è baricentrica tra Modena e Bologna, relativamente vicino ad un casello autostradale e all’aeroporto di Bologna. Forse che Spilamberto e Vignola non hanno le stesse caratteristiche?
E vogliamo poi mettere il valore storico dei due castelli di Spilamberto e Vignola rispetto alla villa di Castelfranco?
Ma in questi anni abbiamo chiuso lo IAT (punto informativo turistico regionale), abbiamo sviluppati mini piani di sviluppo turistico comunale senza costruire una rete di accoglienza e valorizzazione, senza cioè creare un porta, un accesso al territorio, una vetrina che non può che essere la rocca Rangoni di Spilamberto.
Ma mentre qui gli amministratori comunali dormono, a Castelfranco e a Modena corrono, e hanno ottenuto i finanziamenti che noni non abbiamo nemmeno cercato.
Loro diventeranno la vetrina e la porta all’agro alimentare modenese e noi saremo tante perle isolate senza il filo che le congiunge.
llll
Vero.
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