Il 12 Giugno non andrò a votare per i referendum sulla giustizia.

Sui  Referendum sulla giustizia i promotori non sono  riusciti a raccogliere le firme necessarie e quindi sono  stati presentati da 9 Regioni di Centrodestra. Questa volta non vado a votare, perché serve un segnale forte, poiché non si può chiamare al voto i cittadini su quesiti bagatellarli, risolvibili in un pomeriggio in commissioni giustizia in Senato e nella Camera dei Deputati.  Il Parlamento lo “pagano per fare questo” . I referendum di solito toccano temi grandi di coscienza che dividono i cittadini con impatti etici notevoli come l’Eutanasia, la legalizzazione della Cannabis,   il Divorzio ecc.. e suppliscono la politica che si è incartata per ragioni complesse. I referendum non debbono essere usati per minuzzaglie di bassa politica. E’ semplicemente ridicolo che la politica (Regioni)  debba  promuovere  lei  i referendum. Non voglio neppure immaginare i costi evitabili per le casse dello stato, quando, appunto, in sede redigente, con due sedute del Parlamento si sarebbe risolto il problema. Questa volta con dolore ho deciso:  No, non voto!
Omer Bonezzi

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