Clima “aggiustiamolo” per tempo

clima unoIl 23-24-25 ottobre sono le giornate di mobilitazione per il clima in tutta Italia con flash mob, eventi di approfondimento, volantinaggi, pic-nic, aperitivi, eventi sportivi, musicali e culturali e quant’altro la fantasia riuscirà a mettere in campo. Le tre giornate di mobilitazione serviranno per informare e sensibilizzare quanta più gente possibile sulla posta in gioco del vertice ONU sul Clima che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre (COP21) , per stimolare un impegno diffuso contro i cambiamenti climatici, per preparare la partecipazione alla Marcia Globale per il Clima che si terrà il 29 novembre a Roma, in contemporanea con decine e decine di altre città in tutto il mondo.

E’ in corso a Bonn il round finale dei negoziati sul clima  prima del Summit di Parigi, tra meno di sei settimane, dove  si attende l’approvazione di un nuovo accordo globale.

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Questi devono comprendere:

Impegni chiari per il finanziamento del Fondo Verde per il Clima anche dopo il 2020;

Equità e giustizia come asse dell’accordo in tutte le sue parti;

Forte processo di revisione e taratura degli obiettivi

Un piano a sé stante, un meccanismo internazionale permanente per prevenire e affrontare le emergenze (Loss & Damage) dovute al cambiamento climatico

Adozione esplicita di un forte obiettivo globale per l’Adattamento per indirizzare un’azione crescente di adattamento e sostegno a coloro che stanno affrontando quegli impatti del cambiamento climatico già ora inevitabili

Mentre nei negoziati ci si sta concentrando molto su cosa i paesi dovranno fare dopo il 2020, è vitale rivolgere l’attenzione sulle azioni pre-2020. La comunità scientifica ci dice che per restare sotto all’aumento medio delle temperature globali di 1.5- 2 gradi centigradi rispetto all’era preindustriale, le emissioni di gas serra devono avere il picco massimo prima del 2020 e iniziare a scendere rapidamente. Queste azioni pre-2020 dovranno essere solide, in modo da sostenere gli impegni, oltretutto ancora inadeguati, presi  dai governi attraverso  gli INDC’s (in pratica gli obiettivi e i piani per ciascun Paese) per il periodo post 2020.

Il documento posto in discussione dai presidenti del gruppo di lavoro sull’accordo contiene molti degli elementi utili all’azione pre-2020. Se si vuole colmare il gap di emissioni, occorre procedere verso un’implementazione attuata con sforzi sempre maggiori sull’energia rinnovabile e l’efficienza energetica e nel settore dell’uso del suolo.  

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